Giovanni Guaccero & Choro de Rua
musiche di G. Guaccero
(CD, AlfaMusic, 2016) - vai al sito Egea
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2014
Apologo musicale in quattro quadri liberamente ispirato da un racconto di Miguel de Cervantes
Soggetto e testo di Francesco Maschio
Musica e rielaborazione drammaturgica di Giovanni Guaccero
QUADRO 1. PROLOGO / QUADRO 2. LA PRESENTAZIONE / QUADRO 3. IL CONFRONTO / QUADRO 4. EPILOGO
ORGANICO: per tenore, baritono, attrice, ensemble da camera e elettronica
Gianluca Bocchino, tenore (il Dottor Vetrata)
Dario Ciotoli, baritono (l'Imbonitore)
Sandra Del Maro, attrice (la Regista)
Cristina Di Cola, Lisa Olivieri, figuranti (vallette)
Gruppo Musica d'Oggi:
Anna Chulkina, violino
Matteo Scarpelli, violoncello
Roberto Petrocchi, clarinetto
Paolo Masi, trombone
Michelangelo Carbonara, pianoforte
Aurelio Scudetti, percussioni
Enrico Marocchini direttore
Inserti registrati a cura di Paolo Guaccero
Eclario Barone, scenografie
Silvia Gambini, costumi
Alessandro Vittori, luci
Silvia Tellini, trucco
Regia di Sandra Del Maro
Con la colllaborazione di Valentina Paiella, Giuseppe Calcagno e gli allievi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio per la registrazione degli inserti.
di Francesco Maschio - Giovanni Guaccero
Il Dottor Vetrata è un liberissimo adattamento di una delle più straordinarie tra le 12 novelle esemplari cervantine. Il testo originale è una variante molto raffinata del tema fondamentale del massimo capolavoro di Miguel de Cervantes, il Don Quixote. Anche nel Dottor Vetrata un folle, o come tale universalmente giudicato, si pone nelle condizioni di insegnare la saggezza alle persone normali, o come tali universalmente giudicate. Ciò avviene anche grazie alle diverse prospettive attraverso le quali le realtà sono lette, percepite, interpretate dai personaggi e dagli stessi lettori della novella. Nella rielaborazione del testo l'azione si svolge in epoca contemporanea e rappresenta, di fatto, una puntata di uno spettacolo televisivo, un talk show. Il presentatore, l'imbonitore, introduce il Dottor Vetrata e sfrutta a pieno la paradossale situazione per sfoderare le sue tecniche di comunicazione manipolatoria. Attraverso il rapido e violento mutare dei profili relazionali tra i due protagonisti lo spettatore viene assiste ad un percorso molto complesso di scambi di ruoli durante il quale ha la possibilità di prendere le parti dell'uno o dell'altro in modo piuttosto indifferente, poiché, così come nei processi di comunicazione che caratterizzano i dibattiti televisivi di questi ultimi decenni, allo stesso modo i due protagonisti non discutono sul merito dei contenuti ma sulla reciproca legittimazione dei ruoli, ovvero sulla reciproca autorevolezza. Così l'attribuzione del vero e del falso, del reale o del fantastico, diventa un aspetto marginale, irrilevante del duello: non interessa sapere chi ha torto o ragione ma chi vincerà il duello. Tuttavia il duello è un gioco a somma zero ed il rischio che perdano entrambi è molto elevato.
Il Dottor Vetrata sostiene di essersi trasformato in materia vitrea: da un lato questo prodigio gli ha molto complicato la vita, deve stare molto attento a non rompersi e per questo motivo si presenta imbottito come una damigiana. Dall'altro, però, il suo pensiero si è fatto lucido, preciso: la sua razionalità non è più limitata come i comuni mortali ma, grazie alla nuova natura corporea, è in grado di analizzare rapidamente una combinazione straordinaria di pro e contro prima di prendere una decisione. E' diventato straordinariamente saggio. Ma afferma di esserlo grazie ad un evento assai poco credibile, dunque la sua stessa saggezza è minata dalla scarsa credibilità.
L'imbonitore è consapevole di questo paradosso e lo utilizza per incrementare la propria credibilità, ma il tentativo rischia di non raggiungere lo scopo, anzi… Nella relazione tra i due si inserisce poi la figura della regista che se da un lato con un meccanismo di "teatro nel teatro" cerca di rendere complice il pubblico in sala, dall'altra, essendo parte della stessa messa in scena, cerca di manovrare gli eventi che però le sfuggono sempre più di mano.