GIOVANNI
GUACCERO

composer

A roda dos planetas errantes

Giovanni Guaccero & Choro de Rua

music by G. Guaccero

(CD, AlfaMusic, 2016) - Egea

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Stage Production and Events

2008
LE ISOLE FELICI (UNA PASSIONE)

Rappresentazione sonora in sette quadri
Musica e libretto di Giovanni Guaccero

1.IL CASTELLO / 2.LA CITTÀ / 3.LA CONDANNA
/ 4.LA FUGA / 5.IL VIAGGIO / 6.LE ISOLE FELICI
/ 7.EPILOGO

Fonti del libretto: testi sacri, testi documentali, C. Baudelaire, Euripide, P. V. de Caminha, H. von Hoffmanstall, F. Kafka, F. Nietzche, P.P. Pasolini, F. Pessoa, A. Schnitzler, Voltaire

ORGANICO: per attore, tre voci femminili, coro di voci bianche, gruppo strumentale, elettronica e banda
DURATA: 70’
ANNO DI COMPOSIZIONE: 2008

Daniele Petruccioli attore
Sandra Del Maro, Monica Demuru, Patrizia Rotonda voci femminili
Coro di Voci Bianche Aureliano diretto da Carmelina Sorace
con la collaborazione di Alessia Calcagni, Silvia Patricelli, Federica Posta e del Coro del Complesso Scolastico Seraphicum

Gabriele Coen sax soprano e clarinetto
Alessandro Girotto chitarra classica e chitarra elettrica
Gianluca Taddei contrabbasso
Nicola Raffone percussioni

Stradabanda diretta da Paolo Montin
Andrea Mancianti live electronics
con la partecipazione di Stefano Cogolo flauto

Inserti registrati realizzati da Giovanni Guaccero, Bendetto Fanna e Andrea Mancianti Voci degli inserti: Alberto Canfora, Gaetano Delfini, Luca Della Bianca, Benedetto Fanna, Gabriele Tozzi

Giovanni Guaccero direzione musicale e scenica

PRIMA ESECUZIONE:
45° Festival di Nuova Consonanza / Accademia Americana, Villa Aurelia (Roma, 16/11/ 2008)

VIDEO Interviste

           

DAL PROGRAMMA DI SALA:

Le Isole Felici di Giovanni Guaccero
Una passione raccontata con voci e strumenti in sette quadri.


«La “dialettica tra storia e natura”, di cui parlò Enzo Siciliano recensendo Salmo Metropolitano nel ’98, in questo nuovo lavoro di Giovanni Guaccero Le Isole Felici (una passione) – su libretto dello stesso compositore, ispirato a fonti sacre e di autori classici della letteratura – sembra spostarsi definitivamente verso il versante della “natura”. Almeno questo nelle intenzioni del protagonista della vicenda, un Ninetto-viandante, trasformazione o alter ego del “giovane infelice” pasoliniano presente nel Salmo, che qui, svegliato improvvisamente da un personaggio “fuori campo”, cerca di destarsi dallo stato di semincoscienza in cui si trova e di ricordare il percorso che lo ha portato da più di trent’anni alle Isole Felici. E’ il ricordo della fuoriuscita dalla condizione di infanzia. Del successivo vagare in una grande città (una plumbea Roma anni ’70). Di un cammino di “passione” che mano a mano riaffiora senza sapere se è stato vissuto o solamente immaginato o sognato. Di una fuga. Di un lungo viaggio verso il luogo del desiderio, le Isole Felici, dove si perde la coscienza e si può raggiungere uno stato di piena e assoluta felicità.
I ricordi, le visioni, i sogni che gli riaffiorano alla memoria non modificano però la scelta definitiva di Ninetto di restarsene lì dov’è, nonostante l’insistenza della voce fuori campo, perché lì risiede la vera felicità, con tutti i rischi che questo comporta.

Ma chi è questa figura innocente di adulto-bambino incarnata dalla “maschera” di Ninetto? E’ un uomo? Un uomo che racconta il suo viaggio verso la terra del desiderio, il paradiso perduto, l’altrove che da secoli riempie la fantasia del nostro immaginario atlantico, dall’antichità al medioevo (e in particolare della poesia lusitana)? O è una sorta di “messia”? Che racconta la sua personale “passione”, il suo viaggio verso l’ “altrove” (le Isole dei Beati della mitologia classica) e la sua volontà di non ritornare nuovamente tra gli umani? Ma forse la vicenda narrata non è altro che un tentativo di risveglio da uno stato di oblio, condizione che alla fine però il protagonista Ninetto non vuole abbandonare, perché l’unica felicità possibile risiede nella perdita totale del sé, e il personaggio-maschera non è altro che una maschera di “follia”, di “disadattamento”, dietro cui può nascondersi un’umanità che oggi non riesce più a vivere pienamente il proprio rapporto con la realtà.

Superati gli schematismi novecenteschi, la scrittura di Guaccero fa così tesoro delle esperienze avute negli ultimi anni nei vari ambiti delle tradizioni sperimentali romane, e genera un racconto sonoro strutturato in sette quadri che si snoda attraverso il contrappunto di diverse fonti, le quali concorrono a creare un’opera di confine tra i linguaggi della musica contemporanea, dell’improvvisazione e della canzone».


GALLERIA FOTO

LA TRAMA

Quadro 1 (Il castello) – Ninetto, che da più di trenta anni si trova alle Isole felici, è svegliato improvvisamente da una voce “fuori campo” che lo chiama. La voce lo interroga e cerca di fargli ricordare il percorso che lo ha portato fino a lì. Ninetto comincia a ricordare, a partire dalla sua infanzia vissuta in un castello, “il castello più bello tra tutti i castelli”.

Quadro 2 (La città) – Ninetto continua a ricordare. E’ cresciuto. Abbandonato il castello si mette in viaggio e arriva di notte in una grande città. Si mette a riposare dentro una chiesa. Ma mentre sogna ode delle voci che poi lo svegliano. Immobilizzato e bendato viene portato in uno strano luogo dove durante una cena sente delle voci parlare animatamente. Ninetto diviene il capro espiatorio di un efferato crimine ordito dai partecipanti alla cena e così viene posto sotto processo.

Quadro 3 (La condanna) – Ninetto durante il processo viene presentato come un “pazzo sanguinario”, un “mostro disumano”. E così viene condannato dai tre giudici alla pena più alta. Ma in segreto uno dei tre gli dà una possibilità: gli offre delle ali e lo invita a gettarsi da una finestra. Se saprà volare si salverà. Così Ninetto, in uno stato mentale confusionale, si getta.

Quadro 4 (La fuga) – Caduto in un sonno profondo, Ninetto viene svegliato da una Donna Velata che gli indica una via di fuga. La Donna Velata lo invita a ricordare quale fosse da bambino la sua passione. Ninetto ode delle voci, è confuso, ma alla fine ricorda: la sua passione erano le Isole felici, il luogo da sempre sognato e desiderato. Seguendo le indicazioni della Donna Velata Ninetto scappa verso il mare.

Quadro 5 (Il viaggio) – Lì all’alba lo aspetta una grande imbarcazione strapiena di gente. La nave parte per andare alle Isole felici. Tutta la gente, seppur ammassata uno sull’altro, è contenta di partire. Tranne una ragazza silenziosa che invece appare infelice. Un giorno la ragazza chiede a Ninetto di tornare indietro con lei, perché l’unico modo per salvarsi è buttarsi in mare. L’infelicità della ragazza diviene contagiosa. E così tutti cominciano a buttarsi in mare. Ninetto alla fine si ritrova da solo sulla nave, ma un giorno finalmente scorge in lontananza una terra meravigliosa, le Isole felici.

Quadro 6 (Le Isole felici) – Mentre sta per arrivare alle Isole felici, compaiono davanti a lui la Ragazza e la Donna velata. Una cerca di “aprirgli gli occhi”, l’altra seducendolo lo convince a restare lì per sempre. E così Ninetto decide di stabilizzarsi definitivamente alle Isole felici, dove diviene una specie di “santone” venerato dagli abitanti locali.

Quadro 7 (Epilogo) – Terminato il racconto Ninetto si rivolge nuovamente alla voce fuori campo che gli intima di tornare a casa. Ma Ninetto non tornerà indietro. Seppur stanco e “perso” rimarrà alle Isole felici, a costo di un totale “auto-annullamento”, a cui probabilmente va incontro durante una orgiastica festa carnevalesca. E così l’oblio torna definitivamente ad avvolgerlo.

dal Quadro 1 – Monologo di Ninetto:

Oddio! E chi sei...? No... no! Io non so gnente.... non so de che parli... Sì..., so’ Ninetto... Sì.... ora so’ sveglio, credo... stavo sognando... sei comparso così all’improvviso... abbassa la luce... un momento... ‘n attimo... carma! D’accordo... numme movo... No... non ricordo. Nun ricordo gnente... Lasciame annà... me devo preparà... la festa... non pò comincià senza de me... non... Va bbene... va bbene... te ascolto... Ah... ma io non te posso dì gnente... non ricordo. Non ricordo più... è passato tanto tempo... troppo... più de tre giorni... molto de più. Molti anni. Dieci, venti... Forse trenta.... Sì... circa trent’anni... C’era ‘n grande palazzo, ‘n enorme palazzo... C’era ‘na torre... Era come... un castello... Sì, ora quarcosa

ricordo... Un castello.... Era tanto tempo fa... Era un posto bello, molto bello...


G. Guaccero Appunti su "Le Isole felici (una passione)" (2009_1.pdf)

G. Guaccero Presentazione di “Le Isole felici” (2008_4.pdf)
(dalla premessa alla partitura)


VIDEO SPETTACOLO



COMMENTI:

Giovanni, il tuo lavoro a noi è piaciuto molto. Sei un compositore con un senso del teatro e della scena superiore alla media, anche se quella di domenica era un'esecuzione concertistica. La guida della narrazione affidata ad un attore è vincente e non fa che potenziare e aiutare a capire meglio quello che un tempo si chiamava  "il messaggio". Sei l'esempio di come si possa fare musica colta e impegnata anche con ingredienti spesso snobbati dalla musica contemporanea, con canzoni, con melodie orecchiabili...  Superbe le parti delle tre cantanti. Bello, complesso e affascinante il coro. Complimenti. Ottima la scelta degli interpreti: tutti bravissimi.

LUCA DELLA BIANCA (18-11-2008)


Giovanni caro, ora che la vita è ricominciata senza isole...... vorrei fuggire lì…

CARMELINA SORACE (19-11-2008)


Giovanni, per me è stato molto bello, un bel confronto. Non era detto fosse facile lavorare con musicisti, in un contesto completamente diverso dal solito, e in un progetto tanto complesso. Ma devo dire che il clima che hai saputo creare è stato di tale tranquillità e sicurezza, che mi sentivo sempre forte anche nei momenti in cui mi sembrava di non capirci nulla. Questa secondo me è una dote enorme, perché sono convinto che metà del lavoro e della potenza creativa sprigionata da un ensemble sia il prodotto dell'atmosfera che si crea. Insomma, per quel che mi riguarda sei stato proprio bravo.

DANIELE PETRUCCIOLI (20-11-2008)


Questo tuo nuovo lavoro per me è bello perché è "profondamente" tuo e questo permette a chiunque (non tiri su muri) di fruirlo (e di goderne se riconosce come belli e ben pensati costruiti e confezionati i materiali di cui è fatto) nonché di "capirlo" come gli pare (e dunque metterci del proprio). Insomma, è uno spettacolo riuscito, risolto. E la sua gran varietà e complessità di temi (che direi sono I temi, con la i maiuscola) e modalità di presentarli danno allo spettatore tante e importanti possibilità di riflessione sulla sua propria e nostra comune esistenza... leggi tutto

BENEDETTO FANNA (21-11-2008)


«Racconto la storia delle mie emozioni, cronologicamente, partendo perciò da quando ho ricevuto da Giovanni il suo libretto. Inizialmente sono stati i monologhi del protagonista Ninetto a colpirmi…». Leggi tutto

BENEDETTO FANNA
(I miei pensieri sulle Isole)